Le origini
Si tratta della rievocazione storica della Giostra del 10 febbraio 1613 disputata in occasione del Carnevale per risolvere il dubbio su “quale cosa sia di maggior contento a cavalier d’honore: mantenere la grazia del principe o il continuato favore di bellissima et gentilissima dama”.
Per sciogliere questo dubbio si dovette ricorrere alle armi gentili e così 5 rampolli di altrettante famiglie nobili della città si sfidarono in Piazza Grande.
la rievocazione
Amore e potere dunque che dal 1946, anno della prima Giostra moderna, fino ad oggi, si identificano nell’amore dei folignati verso le prestigiose tradizioni della propria città e nel potere di attrarre visitatori grazie alla gara avvincente del Campo de li Giochi e alla magia della grande Festa che permette alla città di riappropriarsi e di mostrare tutto il fascino dei suoi spazi barocchi.
la Giostra
La gara al Campo è esaltante e scatena l’entusiasmo di migliaia di spettatori. E’ il momento della sfida tra i cavalieri dei 10 rioni, in cui è divisa Foligno, che si contendono il Palio. La Giostra della Quintana, senza tema di smentita, è la gara più avvincente e difficile che si svolga in Italia e per questo è stata definita l’Olimpiade dei Giochi di Antico Regime. Il binomio cavallo-cavaliere deve percorrere l’insidioso tracciato ad otto di 754 metri, delimitato dalle bandierine. All’intersezione delle due diagonali si trova la statua che rappresenta il Dio Marte con il braccio destro disteso. Sul gancio, sotto al pugno serrato, vengono appesi gli anelli da infilare. Tre sono le tornate con gli anelli che progressivamente rimpiccoliscono. Quelli della prima tornata sono di 8 centimetri, 6 per quelli della seconda e addirittura 5 per la terza. Vince il cavaliere che termina il percorso senza penalità e nel minor tempo possibile.